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razione porta ad un avverbio, al ‘magis’.
San Francesco d’Assisi, più conosciuto come patro- no dell’ecologia, ritiene il mondo fisico non un ‘ecosistema da tutelare’, ma ‘creato da cantare’, custodire, coltivare, orma e impronta del bene, di quel Bene, del Sommo Bene! Gesù non è scelta etica. Tra il ‘mondo’ e il ‘creato’ si pone la rivela- zione di Gesù: insegnamenti, esempi e persona divina, non solo la scelta etica ragionevole ‘che fa star bene’. I ‘valori’ conoscono alterne vicende nella storia. Cristo non tramonta mai, ne è fonda- mento!
Per il cristiano, i valori non sono storici (sofisti), ma relativi a un principio eterno e ad una coscienza formata. La discordia tra storia, valori e coscienza nasce solo opponendoli. Ecco, invece, lo spazio per la ‘missio’ dell’insegnante di religione, discernen- do e mediando tra cultura ‘secolare’ e ‘religiosa’.
Si aprono, dunque, delle possibilità educative se si riconosce lo specifico cristiano (cf P. S
EQUERI
, La
fede, le opere e i giorni, in A
A
. V
V
., Quanto resta
della notte, Glossa, Milano 2014).
I fedeli laici, la cui vocazione è nella Chiesa e nel mondo, a vent'anni dal Concilio Vaticano II, furono argomento del Sinodo dei Vescovi del 1987. Sono quel Popolo di Dio raffigurato dagli operai della vigna di cui Matteo 20, 1-16. Sappiamo che il pa- drone chiamò cinque volte. Alla fine, pagò inizian- do da quelli dell’ultima ora, riconoscendo loro lo stesso compenso pattuito con quelli della prima ora.
Scandalizzò, ma realizzò il Regno.
La parabola di Mt 13, 38 mostra la vigna che è il mondo. Esso va trasformato secondo il disegno di Dio in vista dell'avvento del Regno di Dio (Cf GIO- VANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica post- sinodale Christifideles laici, 1). Il che ‘è diverso e di più’ dal: «Siamo chiamati ogni giorno a costruire nelle nostre classi frammenti di partecipazione attiva e di democrazia, in una società che sembra sempre più incapace di appassionarsi alla discus- sione, al confronto ragionato e all’approfondimen- to serio dei problemi. La scuola deve essere un po’ meglio della società che la circonda, se no cosa ci sta a fare?» (F. LORENZONI, ‘I bambini ci guarda- no. Una esperienza educativa controvento’, Selle- rio, Palermo 2019, 15). Il ‘magis’, di cui sopra, illu- minerà la dimensione antropologica, ma salvan- dola.
Al ‘Giovane ricco’ (Mt 19,16-22) Gesù domanda circa i ‘valori’ scritti nel cuore dell’uomo: non ucci- dere, non rubare, non dire il falso, non commette- re adulterio; norme che custodiscono valori grosso modo accettabili per ogni persona e cultura (cf Rm 2,14-15), ma soprattutto per il cuore che supera le culture.
In questo spazio, l’insegnante di religione, consa- pevole della certezza che gli viene dalla riflessione e dalla virtù teologale della Fede, opererà con strumenti culturali, illustrando la differenza tra riflessione umana, sottoposta alla fallibilità, e sal- vezza. Mostrerà il peccato, che attanaglia il cuore dell’uomo, e indicherà la via della salvezza della Fede teologale, il che rientra sia nel dato culturale di conoscenza, sia nella sua esperienza, perché egli, pur non essendo tolto dal mondo, è preserva- to dal Maligno (cf Gv 17, 15). Per il cristiano non basta la vita buona del giovane ricco, è indispensa- bile la sequela-imitazione di Gesù -lo riconosce anche D. Bonhoeffer, Sequela, Queriniana, Bre- scia2004, Il nascondimento dell’ascesi devota, 157-160-, povero e crocifisso, possibilità conferita dal Battesimo nel suo Nome e Sangue. Egli am- maestra dalla Sapienza datagli da Colui che ha ogni potere in cielo e in terra (Mt 28, 16-20; Lc 24, 36-49; Gv 20, 19-23; At 1, 6-8). « … il cristianesimo non è un discorso su Cristo, sui valori e sulla cultu- ra del vangelo, ma l’amore folle di Dio per gli uo- mini e degli uomini per Lui» (M.I. RUPNIK, Il discer- nimento, I: Verso il gusto di Dio; II: Come rimanere con Cristo, Lipa, Roma 2004, 200). In primis, que- sto è un dato culturale, non catechesi: va spiegato
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