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tato storicamente, secondo la tradizione degli studi accademici italiani e con un respiro internazionale. Ec-co dunque fiorire proposte di vario genere, da “Religioni a scuola” a “Cultura religiosa”, da “Fenomenologia delle religioni” a “Religioni nella sto-ria”, come scrive il prof. Alessandro Saggioro nel suo articolo “Storia delle religioni a scuola: riflessioni e pro-spettive identitarie di una disciplina accademica”, ma con la cognizione che le religioni leghino (religio) l’uma-nità alla divinità e, che tra di loro, abbiano il comune fine, o scopo ultimo, di bene, di giustizia, di pace e di amore.
Pur tenendo presente le finalità della scuola, ci
si auspica, pertanto, che rimangano le condizioni ne-cessarie della dimensione spirituale delle religioni, co-me dimensione fondamentale e universale dell’espe-rienza umana in Dio, nel pieno rispetto delle persone, e pur sperimentando forme di ritualità, di linguaggio sim-bolico ed evocativo con persone che vivono e testimo-niano la loro differente, o comune, fede religiosa, senza escludere i non credenti: atei, agnostici, ignostici, razio-nalisti, scettici. In Oriente, già dal 3500 al 538 a. C., vi-geva la pratica e il culto religioso agli dei, che si palesa-va in un poli-teismo, si ma-nifestava con la loro adora-zione e il loro timore,
fino
alla cristianiz-zazione delle divinità, o me-no; anche con l’impersonifi-cazione di un essere umano, o di un anima-le, da venerare, che oggi troviamo, ancora, in alcune religioni primitive e che costituiscono la loro storia reli-giosa.
Con le mie proposte di una Didattica di Storia
delle Religioni intendo fornire un prodotto scolastico applicato, sperimentale, che possa includere tutti gli alunni, cristiani e non cristiani; cattolici, ortodossi e di altre confessioni religiose a frequentare, come materia curriculare, la nuova disciplina religiosa, senza discrimi-nazioni, pregiudizi e intolleranze, con la coscienza che
tutte le religioni sono, parimenti, importanti, ma con la chiara consapevolezza che soltanto le religioni mono-teiste sono verit divine rivelate e non filosofie umane. Il docente di Storia delle Religioni dovrà essere un esper-to di Scienze delle Religioni, dovrà avere una formazio-ne culturale ampia e critica, capace di stabilire un’ade-guata interazione didattico-religiosa, per far conoscere agli alunni l’importanza e il valore di ogni religione, i molteplici contesti in cui essa nasce, vige, si propone e si sviluppa. È la scuola, infatti, con le sue discipline, tra cui quella religiosa, che deve indicare quali sono le principali spiegazioni e le domande dell’esistenza umana, cosicché i giovani non siano indotti facilmen-te a credere ciecamente alla prima soluzione che gli viene prospettata. La scuola è un’istituzione deputata ad approfondire la conoscenza critica della realtà, di cui non può tenersi conto solo in parte, circoscri-vendo l’area di cultura generale di base cui possono avere accesso gli studenti, senza considerare, come dicevamo, l’importanza della storia, tra cui quella reli-giosa, poiché essi si pongono legittimi interrogativi, che emergono attorno alla diversità delle fedi e al senso della vita che sorgono inevitabilmente in quella loro
particolare
e
delicata fase di crescita e di comprensione del mondo, acquisendo così
diverse
“competenze interculturali e sociali”.
For-
mule d’inse-gnamento miste già esi-stono in scuo-
le di numerosi Paesi d’Europa, dove si reputa essenzia-le sviluppare le conoscenze plurireligiose, multicultu-rali e interculturali, conformemente anche a quanto raccomandato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo. Anche nella Storia delle Religioni, però, deve essere presente la Parola di Dio che diventare vita di fede, opera di bene, incontro, dialogo espressivo di sé, con-divisione di pace e di amore fraterno per tutti coloro che sono ‘altri’ per razza, lingua, sesso e religione.